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C'è qualcosa di ipnotico nell'osservare un'immagine che prende forma dal nulla, un piccolo miracolo che si compie un segno alla volta. Nel video che vedete qui, assistiamo proprio a una di queste magie. Un foglio bianco si trasforma lentamente, quasi respirando, per accogliere la struttura complessa e vibrante di un albero. La tecnica è quella del tratteggio incrociato, realizzata con uno strumento umile e onnipresente: una semplice penna biro nera.
Il modello non è casuale, ma è tratto dalla copertina di un manuale che ha fatto la storia del disegno di paesaggio: "On Drawing Trees and Nature" di James Duffield Harding”
Guardare il video è come osservare un tessitore al lavoro. La penna, come una navetta instancabile, corre sul foglio e intreccia fili d'inchiostro. Ogni linea è un pensiero, ogni incrocio un'affermazione. Strato dopo strato, i tratteggi si infittiscono, dando vita alle ombre, alla rotondità del tronco, alla massa frastagliata delle foglie. Non c'è la possibilità di cancellare, solo di aggiungere. È un esercizio di fiducia e pazienza, un dialogo silenzioso tra la mano e l'occhio, dove la penna biro, strumento di scrittura per eccellenza, si scopre meraviglioso mezzo per "scrivere" la natura.
Note a margine: Perché J.D. Harding è ancora un maestro indispensabile
Ma chi era J.D. Harding e perché un suo manuale del 1846 è ancora oggi un faro per chiunque voglia imparare a disegnare il paesaggio?
James Duffield Harding (1798-1863) non era un semplice artista, ma un didatta illuminato, tanto da essere stato il maestro di disegno del grande critico d'arte John Ruskin. La sua opera, in particolare "On Drawing Trees and Nature" (originariamente parte di un testo più ampio intitolato "Elementary Art"), non è un semplice ricettario di "come si fa". È, piuttosto, un invito a comprendere la grammatica del mondo naturale per poterla poi tradurre in disegno.
L'importanza didattica del suo approccio si può riassumere in alcuni punti chiave:
Dalla Forma alla Texture: Harding non ti dice "copia questo albero". Ti insegna a scomporlo. Prima la sua forma generale, la sua "personalità" potremmo dire. È un albero slanciato? Massiccio? Contorto dal vento? Poi ti guida nell'analisi dei rami, nella loro logica di crescita, quasi fossero le arterie della pianta. Infine, ti insegna a "vestire" questo scheletro con il fogliame, non disegnando ogni singola foglia, ma suggerendo le masse, i giochi di luce e ombra che creano il volume. Il suo metodo è un viaggio dal generale al particolare, un approccio che costruisce il disegno come un architetto costruisce un edificio: dalle fondamenta al tetto.
L'Economia del Segno: In un'epoca vittoriana, spesso associata a un'eccessiva ornamentazione, Harding promuove una sorprendente modernità. Insegna a ottenere il massimo effetto con il minimo sforzo. Le sue tavole (nel manuale ce ne sono di magnifiche, riprese dalla sua altra opera "Lessons on Trees") sono un esempio di come pochi segni ben piazzati possano evocare la corteccia rugosa di una quercia o la leggerezza di un bosco di betulle. Non serve riempire il foglio, serve capire dove il segno è necessario.
La Verità della Natura come Guida Suprema: Più di ogni altra cosa, Harding è un araldo dell'osservazione diretta. Per lui, il disegno non è un atto di fantasia, ma di traduzione. Per disegnare un albero, devi prima averlo visto veramente. Devi averne compreso la struttura, il modo in cui la luce lo colpisce, come le sue radici si aggrappano al terreno. Il suo manuale è un antidoto potentissimo contro il disegno stereotipato (il classico albero "a nuvoletta" che tutti abbiamo fatto da bambini).
In un mondo digitale dove tutto è veloce e replicabile, tornare a un maestro come Harding e a una tecnica manuale come il tratteggio a penna significa riscoprire il valore del tempo, dell'analisi e della costruzione ragionata. Significa capire che disegnare un paesaggio non è solo riprodurne l'aspetto, ma interpretarne l'anima, un segno paziente alla volta.
Adesso al Lavoro!
Abbiamo viaggiato indietro nel tempo fino all'epoca vittoriana per scoprire la saggezza di un grande maestro, J.D. Harding, e abbiamo visto come persino una comune penna biro possa trasformarsi in uno strumento per "scrivere" la natura attraverso la paziente architettura del tratteggio.
Ora, con questi spunti tra le mani, è il momento di iniziare la vostra personale esplorazione. Non abbiate timore di impugnare una penna e affrontare la complessità di un albero. Provate a scomporlo nelle sue forme primarie come suggerisce Harding, a sentire con la mano la sua tridimensionalità mentre intrecciate i segni, a costruire le ombre strato dopo strato senza la paura di sbagliare. Ogni linea che aggiungete è una decisione, un passo in più nella comprensione della natura e della vostra stessa pazienza.
La bellezza del disegno, così come quella di un albero secolare, risiede nella sua struttura invisibile, in quella grammatica interna che sorregge ogni foglia e ogni ramo. Quindi, prendete la tua penna, trovate un albero che vi ispira (dal vivo o in foto) e lasciate che la vostra mano dialoghi con la sua forma, guidata dalla vostra curiosità e dalla vostra visione unica.
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